Si può essere alleati di sé stessi o nemici di sé stessi.(Bhagavad Gita - Cap. VI, 5)
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Italia: Con chi parlo quando parlo con me stesso? (Vol. 1)
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Italia: Yoga e Psicoanalisi https://www.amazon.it/dp/B00A53G3LC
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Italia: Yoga e Neuroscienze Vol. 1 https://www.amazon.it/dp/B00GLATB8K
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Italia: Yoga e Neuroscienze Vol. 3 https://www.amazon.it/dp/B00LJYK8W6
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The secret of Prasanthi Nilayam:
the symbolic significance of Sai Baba’s Ashram
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Psychology and Spirituality
in Sai Baba’s teachings
Krishna said to Arjuna:“The joy which you seek and the self-realisation which you aim at,
are both within you. They cannot be found in the external world.
You are as foolish as a person who begs for food on the street
even though there are sweets and other delicate dishes in his own
home. You think that this world and its objects confer happiness on
you. This is an illusion created by your mind. It is only when you
follow the intelligence that you will be able to enjoy Atmananda”.
Sai Baba.
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e-mail: ioverno.luigi@gmail.com
“L’intelligenza razionale o buon senso”
Quel che conta nella vita non è tanto riuscire a entrare
nei giochi che ci affascinano maggiormente, ma è uscire liberi,
cioè senza alcuna pendenza, dai giochi nei quali,
per destino, per desiderio o per obbligo siamo entrati
Il testo de "L’intelligenza razionale o Buon Senso" è stato inserito nei due volumi"Yoga e Neuroscienze"
Il significato simbolico dell'Ashram di Sai Baba
"Sei stato salvato, sappilo! Va' a dire al mondo che sei stato a Puttaparthi e vi hai trovato il segreto della liberazione". (Sai Baba)
Il testo de "La Mappa del Tesoro" è stato inserito nel libro Yoga e Neuroscienze vol. 2
"L'uomo è un miscuglio di bestialità, umanità e divinità: nell'inevitabile lotta
che si crea tra le diverse parti, egli deve fare arridere la vittoria alla parte divina…"( Sai Baba )
Le cinque scoperte che ci permettono di creare un collegamento attendibile tra
psicoanalisi, spiritualità e neuroscienze.
Il dr. Luigi Ioverno, medico e psicoterapeuta, ormai da anni sta sviluppando un personale
progetto di ricerca volto a rendere compatibili la psicoanalisi con la spiritualità e le neuroscienze
e, a partire dal suo primo libro (“Il Gioco Autentico”), questo percorso è stato scandito da alcune
scoperte fondamentali:
il gioco utilizzato come metafora per comprendere i meccanismi psicologici che orientano l’esistenza umana,
ovvero, usato per chiarire il concetto di normalità psichica e per tradurre in termini comprensibili le teorie
psicoanalitiche freudiane e, ancora di più, lacaniane;
il Principio Trascendente e il Piano Reale Spirituale. Il primo, così denominato perché trascende i due principi
dell’accadere psichico descritti da Freud (il principio di piacere e il principio di realtà); il secondo invece, si
aggiunge ai piani di sviluppo della psiche descritti da Lacan (piano reale, immaginario e simbolico). Il Piano Reale Spirituale
rimanda all’esistenza del Sé Interiore (l’Anima, l’Atma o lo Spirito che dir si voglia) su cui sono
costruite tutte le religioni dell’uomo ed entrambi ci permettono di spiegare il significato di espressioni mentali
specifiche dell’uomo, quali l’etica, la verità, l’amore, ecc. Naturalmente il Piano Reale Spirituale e il Sé Interiore
non sono stati considerati da Freud e Lacan in quanto erano atei.
le quattro forme dell’Io del soggetto. Con l’aggiunta del Sé Interiore (l’Anima, l’Atma o lo Spirito) le tre forme
dell’Io descritte da Lacan (reale immaginario e simbolico) diventano quattro e corrispondono ai succitati quattro piani
di sviluppo della psiche (piano reale corporeo, immaginario, simbolico e Piano Reale Spirituale);
i nuclei di desiderio. Ciascuna forma di Io è collegata o addirittura costituita da dei nuclei di desiderio
(istintuali, immaginari, razionali e trascendenti) e la loro scoperta ci ha permesso di effettuare il primo collegamento
efficace tra la psicoanalisi e le neuroscienze, in quanto i nuclei di desiderio non sono altro che gruppi di neuroni più
o meno grandi che dicono: “Io sono dunque voglio!” e, come tali, spingono il soggetto a compiere delle azioni volte al
loro soddisfacimento;
il principio di illusoria convenienza che è una variante del principio di piacere semplice, con il quale il soggetto
è in grado di mentire o mentirsi. D’altro canto, il principio di illusoria convenienza si aggiunge al principio di piacere,
al principio di realtà e al Principio Trascendente e permette in questo modo di recuperare il senso delle quattro
intelligenze tradizionali (istinto, furbizia, buon senso e saggezza) denominate Intelligenze dell’Io.
Con la scoperta delle quattro Intelligenze dell’Io si chiude dunque la prima fase della ricerca da me condotta, iniziata
nel 1990 e grazie alla quale risulta:
una completa corrispondenza tra i quattro piani di sviluppo della psiche, le quattro forme dell’Io e i quattro principi di orientamento del soggetto nella
gestione delle intelligenze di cui dispone;
la possibilità di dare a queste strutture una precisa collocazione cerebrale.
Il mio ultimo libro dal titolo: “Le intelligenze dell’Io - istinto, furbizia, buon senso e saggezza” contiene il riassunto
delle succitate scoperte.
Le intelligenze dell’Io
istinto, furbizia, buon senso e saggezza
L’intelligenza è la capacità del soggetto di interpretare correttamente i ruoli che riveste, in tutti i giochi della vita
in cui è coinvolto, da quando nasce a quando muore. Interpretare però non significa solo capire, perché per essere considerati intelligenti è necessario anche saper mettere
in pratica ciò che si è capito, e non basta ancora, perché bisogna pure farlo con un sentimento adeguato.
Al momento attuale esistono numerose definizioni di intelligenza, ma nessuna di esse tiene in considerazione l’importanza
del soggetto che utilizza l’intelligenza.
Quest’ultimo altri non è che l’Io, il quale, a seconda della sua identificazione (dell’idea che ha di sé) e dei desideri che
lo muovono, utilizza e manifesta intelligenze diverse; in particolare:
quando il soggetto si identifica con il corpo, prevale l’intelligenza corporea o istinto;
se si identifica con l’ego usa preferibilmente l’intelligenza immaginaria o furbizia;
identificandosi con il ruolo rivestito, diventa prioritaria l’intelligenza razionale o buon senso;
infine, se si identifica con il proprio Sé interiore (l’Anima, l’Atma o lo Spirito) manifesta l’Intelligenza
Spirituale o saggezza.
Istinto, furbizia, buon senso e saggezza sono parole che nel linguaggio comune vengono utilizzate abitualmente per
definire le diverse forme di intelligenza e sono facilmente comprensibili anche dai meno acculturati, nonostante tutto,
come tali, non vengono considerate dagli studiosi della psiche; però, facendo un collegamento tra la psicoanalisi le
neuroscienze e la spiritualità, ho potuto verificare che queste forme di intelligenza non solo esistono, ma hanno anche
una precisa collocazione cerebrale.
Negli insegnamenti di Sai Baba troviamo molte indicazioni psicologiche che, in gran parte, si rifanno alla tradizione
indù dello yoga e, in particolare, al Samkhya Yoga: la raccolta di questi discorsi mi ha portato a impostare una psicologia
che ho definito “integrale” perché ha come caratteristica principale quella di considerare l’uomo costituito da spirito,
mente e corpo.
Quanto detto però non vuol dire che non esistano altre psicologie integrali (per esempio, la psicologia
transpersonale fa la medesima distinzione), ma la Psicologia Integrale derivata dal Samkhya Yoga proposta da Sai
Baba differisce da tutte quelle finora conosciute in quanto è l’unica ad avere una base psicoanalitica, infatti:
accetta la distinzione lacaniana dei piani di sviluppo della psiche in piano reale, immaginario e simbolico;
aggiunge il Piano Reale Spirituale che Freud e Lacan non avevano contemplato in quanto erano atei.
Le caratteristiche principali della Psicologia Integrale derivata dal Samkhya Yoga possono essere così riassunte:
l'essere umano è costituito da spirito, mente e corpo;
lo scopo principale della vita è di armonizzarli;
la disarmonia è quello che gli psicologi chiamano immaturità, nevrosi, perversioni o psicosi;
l'armonia è il prodotto dell'assenza di problemi psichici, ovvero l’espressione della maturità o della normalità
del soggetto;
esiste un traguardo ancora più elevato della normalità o della maturità psichica che consiste, da un lato, nella presa
di coscienza della propria componente spirituale (l’illuminazione) e, dall’altro lato, nella sua messa in pratica, nella
vita quotidiana (la realizzazione);
il raggiungimento di tutti questi obiettivi porta infine alla cosiddetta "liberazione in vita" oppure, dopo la morte,
alla definitiva "fusione in Dio" (assimilabile al paradiso dei cristiani, al Nirvana dei buddisti, ecc.).
Dice infatti Baba: “L’uomo è una combinazione di corpo, mente e Spirito: questi tre, insieme, costituiscono i gradini per l’ascesa dell’uomo allo stadio più alto.
Nonostante che il corpo, la mente e lo Spirito abbiano nomi e caratteristiche diverse, la loro armonizzazione ed unificazione lo aiutano ad
innalzare sé stesso da umano a Divino; al contrario, la loro alienazione lo degrada a livello animale.”
Anche se tutti gli argomenti trattati hanno subito una profonda rivisitazione, questo volume sulla Psicologia Integrale
di Sai Baba, derivata dal Samkhya Yoga rappresenta una condensazione dei due precedenti:
Io, ego e Sé;
Yoga e Psicoanalisi;
in ogni caso, in esso viene ribadita l’importanza fondamentale della scoperta del Sé Interiore, del Principio Trascendente
e del Piano Reale Spirituale fatta grazie agli insegnamenti di Sai Baba.
Come accennato, il Piano Reale Spirituale si aggiunge ai piani di sviluppo della psiche proposti da Lacan
(piano reale corporeo, immaginario e simbolico) e il Sé interiore si aggiunge alle tre forme dell’Io
(reale corporeo, immaginario e simbolico); il Principio Trascendente, invece, si aggiunge ai due principi dell’accadere
psichico scoperti da Freud (il principio di piacere e il principio di realtà).
Questi ultimi sono stati da lui proposti per spiegare i criteri di orientamento esistenziali e comportamentali degli esseri umani, in particolare:
dei bambini e dei nevrotici (il principio di piacere);
dell’individuo adulto e maturo (il principio di realtà);
perciò, l’elaborazione del Principio Trascendente e del Sé Interiore si è resa necessaria perché, se il
principio di piacere spiega il comportamento conseguente al desiderio dei sensi tipico dei bambini e dei nevrotici
e il principio di realtà spiega la natura o il fondamento della razionalità dell’adulto, entrambi non riescono a
spiegare quegli aspetti tipici dell’uomo quali l’Etica, la Verità, la Pace, l’Amore e la Non Violenza, che trascendono
sia il piacere sensoriale che la logica razionale.
Tra parentesi, proprio perché sono esclusivi dell’uomo, non a caso, Sai Baba li ha denominati Valori Umani.
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L’inconscio è Dio
L’inconscio è Dio: questa è la più importante conclusione cui si arriva mettendo a confronto lo yoga con la psicoanalisi.
Yoga significa "unione" o, più precisamente, "UNIONE CON DIO" e rappresenta lo scopo dell'esistenza umana.
Grazie allo yoga l'individuo dovrebbe arrivare a capire la propria Natura Spirituale e vivere in accordo con tale
conclusione, in modo tale da "liberarsi" dal cosiddetto "samsara", cioè dal ciclo delle morti e delle rinascite successive.
Ma la spiritualità non basta, perché in natura non sono ammessi salti, infatti, il soggetto non può ottenere la liberazione
se "prima" non diventa un individuo adulto e maturo.
Come si sa, diventare adulto e maturo rappresenta lo scopo ultimo della psicoanalisi ed è questo il motivo per il quale lo
yoga e la psicoanalisi hanno diversi elementi di contatto.
A tale riguardo, qualcuno ha detto che "lo yoga inizia là dove la psicoanalisi finisce", ma, anche se l'immagine è
suggestiva, di fatto non è corretta; piuttosto, sarebbe meglio dire che lo yoga e la psicoanalisi hanno uno scopo comune, che
consiste nell'eliminazione della sofferenza nell'uomo e, per conseguire questo risultato, all'inizio il loro percorso
praticamente coincide, poi però, una volta raggiunta la maturità del paziente, la psicoanalisi termina, mentre invece lo yoga
prosegue indicandogli lo scopo ultimo dell'esistenza, che consiste nella "liberazione finale".
Perciò, in entrambi i casi si vuole ottenere, prima di tutto, la realizzazione di un individuo adulto e maturo, capace di
rapportarsi con la vita in modo autonomo e razionale, senza il condizionamento dei desideri infantili o l'oppressione dei
fantasmi nevrotici. Se ciò si realizza, lo scopo della psicoanalisi sarebbe raggiunto e la sua pratica si dovrebbe
interrompere (anche perché essa non contempla la Natura Spirituale dell'uomo); mentre invece, per chi volesse, lo yoga
offrirebbe la possibilità di proseguire fino alla cosiddetta "realizzazione finale", che consiste nel capire, accettare e
mettere in pratica, nella vita quotidiana, anche la propria componente spirituale.
A grandi linee questo è il concetto che ho espresso nel mio libro dal titolo: "Yoga e Psicoanalisi" che avete la possibilità
di scaricare gratuitamente.
Ma la cosa più sorprendente è che a seguito del confronto tra le due teorie è emerso un concetto fondamentale, ovvio per lo yoga, ma sconvolgente per la psicoanalisi, e cioè che "L'INCONSCIO E' DIO".
Come molti sanno, Freud era ateo e lo sono tuttora la maggior parte dei suoi discepoli, ma senza rendersene conto, proprio
lui, proprio quell'ateo di Freud, colui che ha scoperto "l'inconscio" per il mondo occidentale è, di fatto, il maggior
sostenitore dell'esistenza di Dio!
La verifica di tale affermazione la trovate naturalmente nel testo.
L'ipotesi che l'inconscio fosse Dio l'avevo già sostenuta in un libro precedente, dal titolo: "Io, ego e Sé. Psicologia e
psicoterapia nei discorsi di Sai Baba" che, come “Yoga e Psicoanalisi”, potete scaricare gratuitamente.
A titolo informativo, “Io, ego e Sé”, rappresenta una raccolta molto ampia di citazioni di Sai Baba, in merito alla psicologia ed alla psicoterapia, che risultano a dir poco sorprendenti per la loro profondità.
Sai Baba è il Guru che più di chiunque altro mi ha fatto apprezzare il Samkhya Yoga contenuto nella Bhagavad Gita e ha una
capacità straordinaria di esprimere con semplicità disarmante i più complicati concetti psicologici, a tal punto che, per dire
le stesse cose con un linguaggio tecnico, necessiterebbero dei veri e propri trattati.
Proprio questa sua capacità di esprimere concetti difficili in maniera semplice mi ha ispirato nell’adottare il gioco come
strumento per rendere comprensibili le complesse teorizzazioni psicoanalitiche freudiane e lacaniane confluite nel mio primo
libro “Il Gioco Autentico”.
Per confermare la profondità dei contenuti da lui espressi e a beneficio dei cultori della psicoanalisi o della psicologia,
all'ultima pagina sia del libro "Io, ego e Sé” che del “Gioco Autentico” ho inserito un curioso indovinello, creato da Sai Baba,
particolarmente intrigante e complesso che potete provare a risolverlo, ma vi avviso di avere pazienza, perché potrebbero
volerci anni per capirlo.
Nei miti degli uomini si intravede la luce del divino
ma non bisogna trasformare i miti in sacre scritture
altrimenti si creano i presupposti per le guerre di religione
“L’evoluzione psicologica e spirituale di Gesù” e “Il vero peccato originale”, sono due libri nei quali applico
l’interpretazione psicoanalitica orientata dal Samkhya Yoga a dei racconti (i Vangeli canonici e la Genesi biblica) cui
la chiesa cattolica ha attribuito il valore di sacre scritture.
I risultati ottenuti con questo tipo di interpretazione sono particolarmente suggestivi e, proprio per questo motivo, i
commenti che ho ricevuto dai lettori a questo mio “esperimento” sono stati dei più disparati, sia a favore che contro.
Dunque, per sgombrare il campo da ogni equivoco, sia ai vecchi che ai nuovi lettori vorrei precisare che l’analisi da me
compiuta ha riguardato solo i testi così come sono stati tradotti in italiano; perciò:
nel primo caso, interpreto solo quello che c’è scritto nei vangeli canonici (che come tutti sanno sono stati scritti
oltre settant’anni dopo la morte di Gesù, da persone che non lo hanno conosciuto direttamente salvo forse nel caso di
Giovanni), quindi analizzo dei racconti tramandati per via orale che mostrano il tentativo di chi li ha scritti di far
risaltare un’immagine perfetta di Gesù, quindi io non metto assolutamente in discussione la figura del Cristo reale e del
suo insegnamento, che di per sé sono indiscutibili, metto solo in discussione l’interpretazione tradizionale della chiesa
cattolica di questi testi;
nel secondo caso, analizzo la traduzione in italiano della Genesi biblica e metto in evidenza tutta una serie di aspetti
volutamente taciuti dalla chiesa cattolica nelle sue interpretazioni ufficiali (ma che risultano evidenti alla lettura da
parte di chiunque) e che fanno risaltare anche qui il carattere di un racconto o di un mito ebraico piuttosto che una
sacra scrittura.
Purtroppo adottando i Vangeli o la Genesi biblica come sacre scritture i fedeli e non, sono stati per secoli obbligati a
interpretare alla lettera o metaforicamente i testi per come diceva la chiesa cattolica (che per sua stessa ammissione
detiene la Verità in merito alle questioni della fede), anche quando ci sono delle incongruenze palesi: una per tutte è
la morte di Giuda che in un vangelo si è suicidato impiccandosi e in un altro buttandosi giù da un dirupo).
E in questo caso, nel tentativo di far quadrare il cerchio (cioè per mantenere la sacralità o la verità assoluta del testo),
alcuni teologi hanno detto che Giuda si è davvero suicidato impiccandosi, poi il ramo si è rotto e lui è precipitato in
un burrone.
Si tratta di uno dei tanti casi in cui la chiesa cattolica ha obbligato i fedeli ad accettare la propria verità (e molto
spesso lo ha fatto anche con le armi), infatti, proprio questa posizione oltranzista della chiesa è stata responsabile di
molti drammi nel passato (tipo le guerre di religione) e tuttora crea molta confusione nei credenti, veri e potenziali,
che non si capacitano di fronte a queste interpretazioni forzate o assolutamente false da parte dei teologi o dei semplici
ministri di culto.
Se la chiesa cattolica avesse trattato i testi per quello che erano, quindi dei rispettabilissimi racconti riferiti a Gesù e
alla creazione, i fedeli non avrebbero dovuto incagliarsi nei cosiddetti misteri della fede, ma sarebbero stati sereni di
credere in un Gesù che sicuramente è stato molto di più di quanto raccontato nei vangeli.
Allo stesso modo, considerando la Genesi biblica un mito ebraico, avrebbero potuto trattare la storia della creazione
dell’uomo (della mela e del serpente) come una metafora fatta apposta per far comprendere all’uomo la figura del Dio creatore,
impossibile da capire in maniera diversa dall'uomo (la mente umana ragiona per immagini e simboli, per cui, tutto quello che
va al di là di questi strumenti, per l’uomo è incomprensibile), ed è proprio questo il motivo per il quale in passato
(ma anche tuttora) ci sono state infinite dispute dottrinali e guerre di religione.
Per capirci con un esempio: l’errore politico della chiesa cattolica nel trattare i Vangeli canonici e la Genesi biblica
è simile a quello che sta facendo con la Sacra Sindone: la chiesa si ostina a cercare un fondamento storico e scientifico di
questo telo; ma la religione non ha bisogno di conferme di laboratorio! Ai fedeli non interessa che la sindone sia realmente
appartenuta a Gesù o meno, a loro importa che sia esposta il più possibile, anziché tenuta nascosta da occhi indiscreti,
perché quello che conta è il supporto psicologico e spirituale che essa concede e chi non ci crede ha il diritto di non crederci.
Purtroppo la chiesa ha sempre cercato degli strumenti (non solo scientifici, ma anche di tortura) per convincere gli
altri di essere in possesso dell’unica vera religione, ma la religione non la si può imporre con la forza: anche
etimologicamente religione significa legarsi a Dio e non legare gli uomini a un’unica religione.
In quest’ottica, la religione ha il dovere di mettersi al servizio dei fedeli e di offrirgli degli strumenti (scritture,
racconti, reliquie, ecc.) per favorire il loro legame con Dio e ogni religione della terra ne ha a disposizione, sia dal
punto di vista umano (sono molti i saggi e i santi che rappresentano tutte le religioni del mondo) che letterario (ogni
religione ha le proprie sacre scritture).
Allo stesso modo, i simboli o le reliquie che possono favorire miracoli non sono presenti solo nella religione cattolica
perché, come finalmente ha ammesso un teologo, i miracoli non avvengono solo nella chiesa cattolica.
Per concludere, tanto più la religione riuscirà a porsi al servizio dei fedeli piuttosto che al di sopra dei fedeli, tanto
più l’umanità avrà la possibilità di riscoprire la spiritualità.
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Il Principio di illusoria convenienza
Il deficit psicologico che ha trasformato il capitalismo in consumismo
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The Psychological and Spiritual
le Intelligenze
Il Vero Peccato
Gesù e lo yoga
L'intelligenza razionale
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